Ho lasciato il blog a languire un po' troppo, accidenti! Mi rendo conto solo ora che è praticamente da Pasqua che non posto più i miei pasticci.
La verità è che di pasticci - nel vero senso della parola - ultimamente ne ho fatti davvero un mucchio: tutte le volte che ho cucinato ho sbagliato qualcosa o addirittura tutto, producendo qualche volta schifezze degne soltanto della pattumiera!
Tant'è, volendo sperimentare, qualche volta è così.
Per esempio, ho tentato una torta di frutta sul modello della tortina scozzese ai mirtilli, ma sostituendo la pasta con l'impasto del fagottone e i mirtilli con le ciliegie. Bene... ecco... non fatelo. Era veramente la cosa peggiore che abbia mai prodotto!! (anche se nella foto non sembra). Le ciliegie troppo acquose si sono abbandonate all'inondazione della pasta che si è cotta e seccata sui bordi ed è rimasta mollacciona e crudotta sotto la frutta. Insomma, inaffrontabile.
Un'altra volta ho fatto uno stracotto di carne che sarebbe stato anche buonino, se non fosse calata la mano così pesante sul sale prima di calare nella pentola... secondo disastro!
Poi si è messo a fare un caldo mostruoso e di cucinare avevo poca voglia, spesso ho mangiato fuori in compagnia e infine...
...infine...
...ho incontrato Il rude uomo delle caverne.
Con l'articolo "Il" maiuscolo, per rimarcare che ne è il prototipo.
Ora, si dà il caso che Il rude uomo delle caverne, oltre ad avermi negli ultimi tempi spesso alimentato, cucini anche mirabilmente.
Il che, ovviamente, è una delle caratteristiche che lo rendono a me irresistibile :-)
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Io, il blog e il rude uomo delle caverne
Il rude uomo delle caverne è per sua natura, come lo ha magistralmente definito un suo amico, caricaturalmente macho.
Sarà perchè è un po' "zippato", con quelle sue manotte tozze e gli anelli etnici. O perchè ama raccontare le sue avventure in mezzo mondo, particolarmente quelle a cui è sopravvissuto in contesti mosssstruosamente pericolosi nel centro dell'Africa, godendosi l'effetto di fascinazione prodotto negli astanti. O per via dei coltelli e delle maschere tribali che arredano la sua casa.
Insomma, un Mr. Crocodile Dundee in piena regola.
Solo che poi, inaspettatamente, si inerpica con agile velocità in disquisizioni filosofiche o politiche, dalle quali salta con maestria al commento di opere d'arte, delle quali peraltro è produttore.
Parla un discreto numero di lingue con fluente scioltezza, altre le maneggia a sufficienza da sapersela cavare a recuperare un giaciglio e del cibo e distilla anche qualche parola persino nelle lingue più strane.
Sotto a tutta questa immagine da duro che gli permette di assaggiare le ciliegie nei mercati e sputarne il nocciolo sonoramente a metri di distanza o uccidere a mani nude un prosciutto di fronte ad una banca, c'è invece una serie di caratteristiche curiose che lo fanno apparire in tutt'altra luce.
Esempio. E' in grado di sopravvivere a zone minate e rivolte somale, ma se si avvicina un cane delle dimensioni superiori ad un cocker... ehm...
Beh? Che c'è di strano? I cani possono essere pericolosi!!
In realtà, Il rude uomo delle caverne ha un animo gentile.
E uno stomaco delicato. Tipo: il pane e la pasta gli scatenano delle allergie, ma anche qualsiasi altro tipo di farina, il riso, molti tipi di frutta e un numero a cui ancora devo abituarmi di altre cose. Cosette da nulla che non si usano mai. Tipo i pomodori.
Di conseguenza, applicato ai fornelli, produce abbinamenti etnici creativi e speziati, ma con un numero ridotto di ingredienti, con i quali gioca in combinazioni stravaganti che però stranamente sono di successo.
Ama cucinare e riempirsi la casa di amici originali e colti a cui somministra cene da favola.
Insomma, l'altra mattina ho pensato... quasi quasi gli attribuisco un angolo nel blog!
Invece.
"Ma io non so cucinare! Cosa dici, creatura... "
Ovviamente la frase era proferita spadellando piatti a base di porcini, taccole dorate e uova al formaggio fuso.
Ma non temete, tornerò alla carica!
...Sempre che apprezzi lo spirito faceto della descrizione e mi parli ancora dopo aver letto questo post!!
La ricetta
Filetto di merluzzo in farina di castagne con calvados, senape e cumino
Insomma, fatto sta che l'altro giorno mi sono rimessa in cucina e ho finalmente prodotto una cosa mangiabile, anzi, piuttosto buonina, con le suggestioni del rude uomo delle caverne e sono di nuovo qui a parlarvene.
Per dare a Cesare quel che è di Cesare, l'idea della farina di castagne è sua, così come l'abbinamento di cumino e senape. Il calvados invece è un'ispirazione del momento, quando già avevo pronto mezzo bicchiere di vino bianco e ho cambiato idea, mollandolo nel frigo per una prossima occasione.
Il sapore alla fine risulta piuttosto delicato, particolarmente se si rimane parchi con la senape che tende a coprire gli altri sapori. Le sue punte di gusto più forte vengono stemperate dalla dolcezza del calvados e della farina di castagne.
Ingredienti
Un filetto di merluzzo già pulito e diviso in due
mezzo bicchiere di calvados
mezzo bicchiere d'acqua
cinque cucchiai di farina di castagne
mezzo cucchiaino di cumino
un cucchiaino abbondante di senape dolce
mezzo spicchio d'aglio
olio d'arachidi
sale
Come si prepara
1 - Prima di tutto ho mescolato la farina di castagne con il cumino e un pizzico di sale. Con questo mix ho impanato il merluzzo.
2 - Intanto ho scaldato un fondo d'olio in una padella antiaderente con il mezzo spicchio d'aglio che ho poi tolto appena si è imbiondito.
3 - Ho dorato i filetti nell'olio profumato d'aglio, mantenendo un bel fuoco vivace e girandoli da tutti i lati in modo che facessero una crosticina uniforme.
4 - Ho sfumato col calvados e appena si è ridotto ho abbassato il gas al minimo, aggiunto un pizzico di sale e ho lasciato cuocere coperto da un coperchio per tre minuti.
5 - Infine, ho girato i filetti e ho sciolto nel fondo un cucchiaino di senape, allungando con mezzo bicchiere d'acqua e rallegrando un po' la fiamma per farlo sobbollire.
Appena la salsa si è addensata, ho depositato i filetti nel piatto e li ho ricoperti con la loro cremetta alla senape.
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Commenti
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