La scorsa settimana, sedotta dalla ricchezza della cucina scozzese, non mi sono limitata alla tortina ai mirtilli: in fondo, al mattino, per colazione, qualche caloria in più è sempre consentita, tanto poi durante la giornata uno le brucia... quindi, alla ricerca di qualcosa di adatto da portare in ufficio per colazione, ho trovato questa ricetta dai sapori autunnali e terrigni.
Il nome originale è Glamis walnut and date cake. Se vi state chiedendo cosa significa Glamis in inglese, lasciate perdere, ve lo dico io: è un posto. Un posto dotato di omonimo castello, Glamis Castle, immerso nelle nebbie e infestato di fantasmi come d'ordinanza (castello + Scozia = fantasmi, con sicurezza matematica, come 2 + 2 fa sempre 4).
Secondo una leggenda, quando ancora il castello non era stato costruito, nel X secolo, esattamente sul luogo in cui sorgerà più tardi, Macbeth uccise suo cugino il re di Scozia, Duncan I.
Una delle cose che mi piacciono di più della Scozia, è che qualsiasi cosa è ricca di rimandi, ti fa venire in mente correlazioni, cose che hai già visto o sentito, ambienti, storie... Ecco, le prime due cose che mi vengono in mente, curiosamente appartengono una alla cultura "alta" ed una alla cultura "pop".
La prima è che il predetto castello è reso famoso anche grazie al Macbeth di Shakespeare, il cui protagonista è appunto barone del posto. La seconda è che qui siamo 200 km a nord di Edimburgo, al confine con le Highlands, i cui abitanti si chiamano highlanders. Vi dice niente il nome Duncan abbinato alla parola highlander?
Se vi stanno baluginando in mente spade, lampi e cappotti di pelle, stiamo pensando alla stessa cosa: Duncan Mc Leod, ovvero il protagonista della serie televisiva Highlander. Ve lo ricordate? Il personaggio, infatti, era nato, secondo la storia, nel 1500...in Scozia!
Basta, la pianto. Comunque la ricetta arriva da lì, Glamis walnut and date cake.
E cosa ci fanno i datteri in una torta tipica di un posto così freddo? Quelli crescono sulle palme, sono sensati in un dolce tipico mediorientale...
Vedete? Non riesco a smettere... Perchè i datteri, lì, sono colpa dei Templari. Cavalieri scesi di migliaia di chilometri tra i mori per la Guerra Santa e tornati a stabilirsi nei secoli proprio da quelle parti... avete presente dove finisce il film tratto dal famosissimo libro di Dan Brown, Il codice Da Vinci? Bene, quella è la cappella di Rosslyn, ovvero l'ultima chiesa dei Templari, poi sterminati e dispersi. Una cappella intrigante, ricca di storia e di misteri, decorata anche di palme e datteri, a pochissimi chilometri da Edimburgo. Et voilà i datteri nella torta scozzese.
E poi qualcuno mi dica che la cucina non è cultura! Attraverso le ricette, si tramanda la storia dei popoli...
Ma gli ingredienti di questa torta ce li vuoi dare, si o no?
Arrivo: allora, servono...
INGREDIENTI
225 g. di datteri già snocciolati e ridotti a pezzettini
250 ml di acqua bollente
225 g di zucchero a velo
1 uovo sbattuto
275 g di farina integrale
mezzo cucchiaino di sale
75 g di burro morbido
un cucchiaino di lievito vanigliato
50 g di noci sgusciate
Ok, allora, procediamo.
PREPARAZIONE
1 - Mettete i datteri in un recipiente, copriteli con l'acqua bollente e lasciateli ad ammorbidirsi per 10 minuti.
2 - Accendete il forno a 180° C. Sistemate della carta da forno in una tortiera più o meno della dimensione di 23 x 30 cm
3 - Mescolate tutti gli ingeredienti rimanenti, poi aggiungete alla mistura i datteri con tutta la loro acqua e mescolate. Deve venirvi un impasto spesso e morbido; se servisse, aggiungete ancora un pochino d'acqua per raggiungere la consistenza che serve.
4 - Rovesciate l'impasto nella teglia e cuocete per 45 minuti. Tagliatela in rettangoli quando sarà fredda.
Calorie: datteri 638, zucchero a velo 875, uovo 80, farina integrale 877, burro 562, noci 330. Tot. 3362
Serve dieci porzioni ricche da 336 calorie
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lodevole e interessante questa ricetta corredata di bagaglio storico/culturale.
Aggiungo solo che al castello di Glamis trascorse la sua infanzia la regina madre (Elisabeth Bowes-Lyon) in quanto l'antico maniero
apparteneva alla sua famiglia, i conti di Strathmore e Kinghome. Un luogo che merita la visita sia per l'ambientazione affascinante sia per l'ottimo whiskey qui prodotto che non trovate altrove.
Procedo all'esecuzione della ricetta.
grazie
Scritto da: alessandra | 10/13/2010 a 13:05
Grazie Alessandra, questo non lo sapevo
Scritto da: Lacerba | 10/16/2010 a 20:32