Oltre al pesce, un'altra cosa che contiene molte proteine e pochi grassi, dunque anche poche calorie, è il petto di pollo. Perciò mi capita di mangiarlo spesso e per avere un po' di varietà sono sempre a caccia di ricette nuove.
Questa volta ho trovato la ricetta africana per lo stufato all'eritrea, un piatto che ho assaggiato due o tre volte al ristorante e mi era piaciuto moltissimo, anche se piuttosto piccante.
Anzi, a essere precisi, l'ultima volta che l'ho mangiato, a Londra, doveva essere fatto per gli africani che volevano rsentire i sapori di casa ed era una vera bomba! Tanto per darvi un'idea, dopo la cena io e gli altri cinque amici con cui ero in viaggio per due ore e più abbiamo avuto le labbra, il palato e la lingua anestetizzati, come fossimo andati dal dentista! Mi toccavo il labbro con un dito e non lo sentivo
Ma non vi preoccupate, la ricetta fatta da me non ha effetti collaterali: l'ho "ammorbidita" parecchio e se qualcuno di voi vuole provarla, basta abbattere la quantità di peperoncino anche di più di quanto non l'abbia fatto io e sarà buonissimo lo stesso.
BERBERE'
Il sapore eccezionalmente speziato di questo stufato è dato dal berberè, un mix di spezie molto ricco ed aromatico, caratterizzato dalla presenza del cardamomo che gli dà una freschezza tutta particolare...
Quindi, per prima cosa, mano alle spezie: 2 cucchiaini di semi di cumino, 1 cucchiaino di semi di cardamomo, 1/2 cucchiaino di pepe di Giamaica o pimento, 1 cucchiaino di trigonella (questa l'ho saltata perchè non ce l'avevo, ma la ricetta originale la prevederebbe), 1 cucchiaino di semi di coriandolo, 8 chiodi di garofano, 1 cucchiaino di pepe nero, 5 cucchiaini di peperoncino (io ne ho messi tre e mi sembrava già tanto, vi consiglio due e magari basta anche uno) 1 cucchiaino di zenzero, 1 cucchiaino di curcuma, 1 cucchiaino di sale, 3 cucchiai (grandi!) di paprika, 1/2 cucchiaino di cannella.
Io le ho buttate tutte nel frullatore e le ho polverizzate.
Poi la ricetta diceva che le spezie vanno tostate, quindi le ho passate in un padellino rovente finchè non si sprigionato un forte profumo per la casa (ehm... magari poi cambiate l'aria!).
A quel punto, le infilate nel barattolo, pronte per qualsiasi stufato. Con queste quantità, il berberè era circa sei cucchiai, il che va bene per due volte. Se una vi basta, dimezzate le dosi; però quando la quantità è poca, frullare è difficile, regolatevi voi...
LO STUFATO CHE SI MANGIA CON LE MANI
Ed ecco qua lo stufato: si chiama Zighinì (o Zignì) e si serve come vedete in foto, cioè su una distesa di pane piatto e leggermente acidulo, molto spugnoso che raccoglie benissimo il sugo ed infatti si usa al posto di coltello e forchetta. In pratica si mangia come fosse una fajita, si prende il cibo con le mani usando il pane come "pinza".
La parte divertente della cosa è che di solito si serve in un piatto grande come un vassoio e tutti prendono da lì con le mani, come usa in un sacco di posti in Africa, perciò è molto conviviale e di solito finisce in una gara a chi riesce a sporcarsi di meno il muso di pomodoro.
Ingredienti per 8 persone: 1 cipolla, 2 spicchi d'aglio, 1 cucchiaio di burro, 3 cucchiai di berberè, 1 bicchiere d'acqua, sale, 500 g di salsa di pomodoro o pelati, 500 g di petto di pollo tagliato a spezzatino (la ricetta originale prevedeva il manzo)
Come si prepara: come quasi tutti gli stufati, si fanno appassire cipolla e aglio tritati nel burro, si aggiungono le spezie, cioè tre cucchiai di berberè, si rosola dentro la carne e a questo punto si aggiungono l'acqua e il pomodoro. Si fa sobbollire a fuoco lento, finchè il sugo non si è addensato per bene.
Se lo fate il giorno prima di servirlo, il gusto sarà ancora migliore: il cardamomo si sentirà di più e spargerà la sua freschezza mescolandosi bene alle altre spezie.
E ora, il pane...
PANE SIMIL-ERITREO (O CONGOLESE?)
Dunque, qui ho ftto un'altra sostanziale modifica: la ricetta prevedeva una pastella molto liquida fatta con 500 grammi di farina di grano tenero, 500 grammi di farina di mais, 250 grammi di farina di grano duro e 25 grammi di lievito.
Avendo letto che in Congo lo stesso tipo di pane si faceva scuro, con un cereale simile al miglio, ma che qui non si trova, ho pensato di provare con la segale. Metà segale e metà grano duro.
Per di più, la pastella andava abbandonata a sè stessa tre giorni, perchè lievitasse senza reimpasti. Io tre giorni non li avevo, perciò sono andata per le spiccie e mi sono buttata meschinamente sul lievito istantaneo, pensando: mah, chissà che schifezza che sto facendo... invece è venuto benissimo! Per dargli il tocco di acidulo che ci voleva, ho aggiunto alla pastella tre o quattro cucchiai di aceto e il risultato è stato perfetto.
Comunque, pastella liquida come per le crepes e cottura allo stesso mdo: nella padella antiaderente finchè non si rapprende. Però non va girato. Si fa cuocere da un lato solo e deve venire coi buchetti. Niente olio, nè burro sotto.
Man mano che si tolgono dalla padella, i pani si mettono in un piatto uno sull'altro, così mantengono calore e umidità.
Ve ne verranno di più di otto: alcuni saranno appoggiato sotto lo stufato, gli altri si servono impilati in modo che tuti ne possano prendere quando, ormai finito il pane nel piatto dovesse rimanere da agguantare lo stufato disperso qua e là!
COMPOSIZIONE!
A questo punto, ho messo i miei pani in piatti, ahimè, individuali (padella troppo piccola!!!) e gli ho depositato al centro lo stufato. Intorno, si usa mettere della verdura cotta in maniera semplice e delle lenticchie a purè o altri tipi di purè di legumi.
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Molto particolare il tuo piatto e quel pane è intrigante davvero!! Complimenti!
Conosci bene la mia zona se mi parli di chioschi di anguria e olive ascolane!!
ciaooooo
Scritto da: chabb | 05/02/2010 a 20:43
Ciao! Sono Elena, ho conosciuto il tuo sito visitando BlogdiCucina,
volevo invitarti a partecipare al mio contest dal sapore turistico gastronomico.
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Ciao e a presto
Scritto da: elena | 05/11/2010 a 22:07