Ho ricevuto in dono un porcino. E pure bello grosso.
Questo è proprio il periodo giusto: la mattina presto, persino il mio giardino profuma di terra e di funghi. Ne sono infatti sbucati qua e là un po' ovunque, tra l'erba come nei vasi di terracotta e qualcuno anche a ridosso degli alberi. Io non li so riconoscere e non li ho toccati, ma a occhio e croce non mi sembrano granchè commestibili.
Però nei boschi se ne trovano e giusto stamane il barista-giornalaio-tabaccaio del paese commentava "oggi tutti ad andare su pei boschi a far funghi, ma se non la smette di piovere..."
Fatto sta che che nei giorni scorsi, qualcuno li aveva già raccolti e così mi soo ritrovata in cucina un orgoglioso e rigonfio porcino con cui condire la pasta.
Una simile occasione, secondo me, meritava una pasta fatta a mano
e così...
Per farne due porzioni, ho impastato 100 grammi di farina di grano duro di buona marca con un decilitro d'acqua e l'ho lavorata aggiungendo ancora un po' di farina finchè non si staccata dalla ciotola ed è diventata bella elastica nelle mani.
Poi l'ho stesa col mattarello e una volta ridotta in sfoglia sottile, l'ho tagliata col coltello, totalmente a casaccio, ricavandone dei quadrotti irregolari che ho steso, come si vede nella foto, ad ad asciugare su un canovaccio spruzzato di farina.
Poi ho messo in una padella una noce di burro, due cucchiai d'olio, uno spicchio d'aglio schiacciato (così si disolve nella cottura), un rametto di prezzemolo tritato e un pizzico di sale. Ho soffritto il tutto leggermente e vi ho rosolato dentro il porcino pulito delicatamente ed affettato in lamelle piuttosto grandi.
Mentre il porcino si stufava col coperchio, ho bollito la pasta in acqua salata e dopo averla scolata, l'ho condita gettandola nella padella con il sughetto e rigirandola ancora per un minuto.
E questo è il risultato:
Questo è proprio il periodo giusto: la mattina presto, persino il mio giardino profuma di terra e di funghi. Ne sono infatti sbucati qua e là un po' ovunque, tra l'erba come nei vasi di terracotta e qualcuno anche a ridosso degli alberi. Io non li so riconoscere e non li ho toccati, ma a occhio e croce non mi sembrano granchè commestibili.
Però nei boschi se ne trovano e giusto stamane il barista-giornalaio-tabaccaio del paese commentava "oggi tutti ad andare su pei boschi a far funghi, ma se non la smette di piovere..."
Fatto sta che che nei giorni scorsi, qualcuno li aveva già raccolti e così mi soo ritrovata in cucina un orgoglioso e rigonfio porcino con cui condire la pasta.
Una simile occasione, secondo me, meritava una pasta fatta a mano
e così...
Per farne due porzioni, ho impastato 100 grammi di farina di grano duro di buona marca con un decilitro d'acqua e l'ho lavorata aggiungendo ancora un po' di farina finchè non si staccata dalla ciotola ed è diventata bella elastica nelle mani.
Poi l'ho stesa col mattarello e una volta ridotta in sfoglia sottile, l'ho tagliata col coltello, totalmente a casaccio, ricavandone dei quadrotti irregolari che ho steso, come si vede nella foto, ad ad asciugare su un canovaccio spruzzato di farina.
Poi ho messo in una padella una noce di burro, due cucchiai d'olio, uno spicchio d'aglio schiacciato (così si disolve nella cottura), un rametto di prezzemolo tritato e un pizzico di sale. Ho soffritto il tutto leggermente e vi ho rosolato dentro il porcino pulito delicatamente ed affettato in lamelle piuttosto grandi.
Mentre il porcino si stufava col coperchio, ho bollito la pasta in acqua salata e dopo averla scolata, l'ho condita gettandola nella padella con il sughetto e rigirandola ancora per un minuto.
E questo è il risultato:
complimenti un gran bel risultato e una bella idea
Scritto da: Gunther | 09/27/2009 a 16:20
Grazie, Gunther! Se provi qualche versione diversa, fammelo sapere!
Scritto da: Lacerba | 09/28/2009 a 10:43